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Bologna, 6 giugno 2014

Conferenza stampa ieri al Comune di Bologna per presentare il protocollo di intesa fra l’Istituzione e alcune realtà del Terzo Settore, sulla regolamentazione del gioco d’azzardo. Gli Assessori Monti e Rizzo Nervo hanno illustrato il documento, di cui le Acli sono fra le prime firmatarie e promotrici. Il gioco d’azzardo è una piaga in costante aumento, a causa, anche della mancata regolamentazione dell’apertura degli esercizi in cui è possibile effettuare scommesse e utilizzare le famigerate “macchinette”. Ben 600 punti gioco nella sola Bologna, di cui, fino a oggi, non esisteva alcuna mappatura. A fronte di questa diffusione eccessiva, solo 58 ludopatici vengono seguiti dal Sert di Bologna per la propria dipendenza. Un numero decisamente sottostimato, sia per la scarsa consapevolezza che ancora si ha del gioco compulsivo come patologia, sia per il fatto che i servizi, a Bologna, sono già saturi dei pazienti seguiti per altre dipendenze. Compito degli Enti coinvolti nella firma del protocollo, quello di creare una cultura, in primis nei propri Circoli, poi nella cittadinanza tutta, volta a disincentivare il gioco compulsivo. Non un atteggiamento di proibizione, perché si tratta di gioco del tutto legale, ma campagne ed iniziative poste in atto per arginare il fenomeno e motivare i gestori dei Circoli a rinunciare volontariamente alle slot machine. Virtuose, in questo, le Acli, che non hanno nessuna “macchinetta”. Altre Associazioni, invece, si sono impegnate in campagne ad hoc, ottenendo già buoni risultati nella rinuncia volontaria, da parte di diversi Circoli, all’uso delle slot, collocate comunque in contesti maggiormente protetti rispetto a una sala giochi, dal momento che la realtà più famigliare e associativa di un Circolo permette, in partenza, un maggiore controllo sull’attitudine ludopatica degli avventori abituali. A questo proposito, anche la regione Emilia Romagna si è adoperata per arginare il fenomeno, siglando un accordo con le Associazioni di categoria che ha portato all’introduzione dell’obbligo di frequenza di corsi formativi appositi per gestori e dipendenti delle sale giochi. Obbligo che si trasforma in consiglio di frequenza di specifici corsi di formazione proprio per i gestori dei Circoli. Tutto ciò a tutela dei giocatori, ma anche dei dipendenti e gestori, che si trovano, spesso, a dover affrontare una serie di spiacevoli situazioni legate alla microcriminalità, all’usura, alla criminalità organizzata che gravitano attorno al mondo delle scommesse e sale gioco.

Ma le Acli hanno fatto di più.

A livello nazionale, sono state fra le Associazioni promotrici della campagna “Mettiamoci in gioco”, che ha avuto il suo culmine il 18 maggio scorso, grazie all’Unione Sportiva Acli, che ha fatto sì che tutti gli arbitri di serie A scendessero in campo con la maglietta riportante lo slogan “Lo Sport è un gioco… Non un azzardo!”. Da mesi, infatti, le Acli sono impegnate su questo fronte, tramite campagne di sensibilizzazione nei Circoli e nelle realtà territoriali.

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